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Forra

Fotografare in forra mi affascina molto, di più che fotografare in cima a una montagna. Forse perchè in cima sei sopra tutto, in forra sei dentro, immerso nella natura e non solo in senso figurato! Come nelle cime, c'è quel senso di esserci dove tutti non vanno, c'è un che di pionieristico. La prima difficoltà solitamente è l'accesso, bisogna trovare un punto dove ci si possa calare per poi entrare nella forra via acqua. La seconda, una volta dentro, è non scivolare camminando tra i sassi immersi (è sconsigliato il bagno della fotocamera!) con una corrente a volte impetuosa, per questo mi trovo meglio con salopette e calzari di neoprene piuttosto che con gli stivaloni da pescatore. Il sole in forra non entra facilmente, quindi è necessario il cavalletto per sostenere i tempi lunghi, utilizzato come terzo appoggio risulta utile per avanzare in queste condizioni. Il terzo problema è che non si è nelle condizioni di sicurezza per cambiare l'obiettivo, quindi va usato un unico zoom medio grandangolare anche se a volte sarebbe utile qualcosa di diverso.

Ma a parte questi problemini pratici è bello. No, è meglio dire emozionante. E le emozioni sono contrastanti. Entusiasmo e meraviglia sì, ma forse lo stato d'animo più sentito è soggezione. Mi sembra di violare spazi che non mi appartengono, che andrebbero lasciati inesplorati. E' come entrare in un tempio antico. Alzo gli occhi e vedo lassù in alto una fessura di cielo, mi sento infinitivamente piccolo e vulnerabile ma, strano, nello stesso tempo protetto come se nulla di male potesse accadermi qui.



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