G O C C E   D I   R U G I A D A

  


La stagione che non c'è

Inverno, il freddo mi entra nelle ossa, il vento gelido mi taglia le guance, gli occhi lacrimano e le mani mi si intorpidiscono, non fa più per me.
Primavera, tutto si risveglia ai primi tepori, i fiori fanno timidamente capolino, una stagione di speranza, sarà solo tale?
Estate, nelle ultime il caldo è torrido, pochissime ore buone per fotografare, sveglia prima dell'alba, poi tutto è bruciato mentre già il sudore ti inumidisce la pelle.
Autunno, l'eccellenza dei colori, trovi anche gli improvvisati che fotografano con il cellulare, tanto basta per soddisfare gli accontentabili.
Finito? Eh no!
Per fortuna ci sono le stagioni meno considerate, tra tutte la stagione a cavallo tra la fine autunno e l'inizio inverno, quando i colori ormai li devi cercare, non si offrono sfacciatamente a tutti, ma non è ancora freddissimo e le dita si muovono libere. Pochi fotografi occasionali in giro, dopo l'orgia di colori sono a casa scrivendo sui social bello, bellissimo, wow ... per soddisfare gli amici e la loro vanità.
I larici fuori sono incantevoli, basta salire un po' di quota, con i loro rami cadenti e a tratti filiformi, grafici, i faggi scoprono ormai la loro ossatura, ma c'è qualche foglia resistente ancora aggrappata, oscilla indomita ancora per poco e per pochi. Sa che cadrà presto, ma intanto vive, ancora per un giorno.

Da lontano rumori di boscaioli che si preparano per l'inverno.



(c) Giacomo Renier - Tutti i diritti riservati

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